Type de texte | source |
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Titre | Historia naturale di C. Plinio secondo tradocta di lingua latina in fiorentina per Christophoro Landino fiorentino |
Auteurs | Pline l’Ancien Landino, Cristoforo |
Date de rédaction | |
Date de publication originale | 1476 |
Titre traduit | |
Auteurs de la traduction | Landino, Christophoro |
Date de traduction | |
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Editeur moderne | |
Date de reprint |
, fol. 242v
Antiphilo lodato in un fanciullo elquale soffia nel foco e per la casa che da quello risplende e per la bocca del fanciullo.
, fol. 241v
Ancora Calicle fece opere picole e similmente Calece in tavolette comiche. Antiphilo fece l’uno e l’altro. Imperoche dipinse Hesiona nobile et Alexandro e Philippo con Minerva equali sono nela schuola ne portichi d’Octavia et di Philippo. Item Baccho Alexandro fanciullo e Hyppolito paventoso pel tauro che gli veniva incontro. Nel porticho di Pompeo e Cadmo et Europa. Item per giuocho dipinse Gryllo in habito ridicolo onde questa pictura e chiamata gryllo. Lui nato in Egypto imparo da Ctesidemo.
, fol. 241r
Dipinse ancora Alexandro magno con un fulgore in mano nel tempo di Diana ephesia per .xx. talenti doro. Pare che le dita sieno rilevate et el fulgore sia fuori della tavola. Ma habia a mente chi legie tutte queste cose sono in quattro colori. Ricevete prezo ismisurato di questa pictura. Ilche fu pecunia doro a misura e non a numero.
, fol. 241r
Dipinse ancora la imagine d’Antigono Re cieco da uno occhio e per occultare el vitio la fece obliqua accioche quel che mancava al corpo paressi piu tosto che mancassi alla pictura e tanto mostro del volto da quella parte, quanto se ne potea mostrare intero.
, fol. 241r
Ma una cosa nessuno pote imitare. Imperoche impiastrava l’opere sue gia finite con si sottile atramento che quello per reflexione de lumi excitava lo splendore a gl’occhi e conservava la pictura dala polvere e da ogni bruttura. Ma con grande ingegno acioche lo splendore de colori non offendessi gl’occhi perche cosi era come guattarla dalla lungi per pietra trasparente. Onde la medesima cosa dava occultamente una certa austerita a colori floridi.
, fol. 240v-241r
Nel tempo che lui seguito Alexandro fu pocho amico di Ptolomeo e dipoi regnante gia lui in Alexandria e essendo el pictore trasportato dala tempesta nel suo porto Planoregio exhortato a questo da suoi emoli lo invito alla cena del Re. Commosso adunque asdegno el re e domandando chi l’havessi invitato. Tolse un carbone del fuoco e nel muro disegno la faccia dello invitatore laquale planoregio di subito da che era principiata conobe.
, fol. 240v
E da notare quello che intervenne tra lui e Protogene. Navigo in Rhodi Appelle cupido di vedere l’opere di Protogene elquale conosceva solamente per fama. Arrivo adunque alla sua officina ne velo trovo: ma vide una tavola grande laquale havea acconcia per dipingervi et una vecchia che la guardava et domandandolo la vechia chi esso fussi elquale adomandassi Protogene: rispose Apelles e prese el penello e meno una linea per quella tavola di somma tenuita: Torno Protogene et inteso dalla vecchia tutto il facto e riguardando tanto sottile linea disse chostui e Apelle perche altri non harebe facta si perfecta opera e dipoi fece una altra linea d’uno altro colore appresso a quella e più sottile di quella e partendosi dixe ala vechia che se Abpelle (sic) ritornassi gli mostrassi la linea e dicessi questo e quello che tu cerchi. Torno Apelles e vergognandosi essere stato vincto fece una terza linea a traverso di quelle d’uno altro colore tanto sottile che non lascio logho da poterla fare piu sottile. Protogene confessò se essere vincto e di subito ando al porto e condusse Appelle a casa sua e la tavola rimase dipoi in quella forma con admiratione di ciaschuno ma piu de gli artefici che nelle sequente eta furono. Questa arse nel primo incendio dela casa di Cesare in palatio, ma io l’havevo veduta innanzi non senza stupore: nellaquale niente altro era dipincto che quelle linee, lequali fugivano la vista, e così vota era più nobile che alcuna altra opera.
, fol. 240v
Ma Apelle della isola di Choo fu nela centesima duodecima olympiade: elquale vinse quegli che furono innanci allui e quegli che furono dopo e piu cose truovo quasi lui solo che tutti gl’altri insieme e scripse volumi nequali si contiene quella dottrina. Fu excellente la sua venusta ne l’arte sua e nella eta sua furono excellenti pictori equali sommamente lodo. Ma disse mancare loro una certa venusta laquale e Greci chiamono charis benche havessino tutte l’altre cose et in questo nessuno essere pari a lui.
, fol. 241r
Dipinse ancora le cose che non si possono dipignere. Tuoni balleni e saecte lequali chiamano bronte. Astape e Ceraunobolo.
, fol. 241r
Sono tra le sue opere imagini d’homini che muoiono ne e facile a dire qual sieno le piu nobili.
, p. 240v
Usurpossi ancora un’altra gloria. Imperoche guardando anxiamente una pictura di Protogene nella quale havea messo ogni diligentia e durato ogni fatica disse che Protogene in ogni cosa era pari a lui o superiore: ma solamente in una cosa lo vinceva che Protogene non sapea levare la mano dala pictura. Volendo dimostrare che spesse volte noce la tropa diligentia.
, fol. 239v
Il perche considerando tanti colori e di tanta varieta prendo admiratione dell’antichita. Con quattro colori soli feciono quelle immortali opere. De bianchi usavano il melino. De silacei l’actico. De rossi la sinopia di ponto: de neri lo atramento. Apelle. Echione. Malanchio. Nicomaco clarissimi pictori e ogni tavola di costoro valeva le richeze d’una citta. Al presente benche usino le purpure e l’India ci mandi la bellecta de suoi fiumi e la sanie e marcia degl’elephanti e de dragoni non vegiamo alcuna nobile pictura. Adunque ogni cosa fu migliore in que tempi nequali era minor copia. Ma questo interviene perche la nostra cura s’industria nelle riccheze e non ne le virtù.
, fol. 241r
Dipinse ancora Alexandro Magno con un fulgore in mano nel tempo di Diana ephesia per .xx. talenti d’oro. Pare che le dita sieno rilevate et el fulgore sia fuori della tavola. Ma habia a mente chi legie tutte queste cose sono in quattro colori. Ricevete prezo ismisurato di questa pictura. Ilche fu pecunia d’oro a misura e non a numero.
, fol. 241r
Divo Augusto dedico nel tempo di Cesare suo padre Venere laquale exce del mare chiamata Anadiomene. Tale opera mentre che e con versi greci lodata rimase vincta: ma nientedimeno illustrata per fama. Non si trovo chi rifacessi la parte inferiore di questa imagine gia corropta. Ma essa ingiuria venne in gloria dell’artefice. Questa tavola venne meno rossa da tarli. Ma Nerone in luogho di questa pose un’altra di mano di Dorotheo.
, Prefatione , n.p.
Io non mi pento non havere pensato alcuno piu festivo titolo. Et accioche non paia che io al tutto perseguiti e Greci, voglo essere inteso e dipincto da quegli compositori: equali tu troverai in questo libro havere con pendente titolo scripto le loro opere benche sieno perfecte e tali che non si possiano satiare di rimirarle. Come faceva Apelle e Polycreto volendo dimostrare quelle non essere finite accioche essendo varii e giudicii: l’artefice avessi questo rifugio: che se morte non vi fussi interposta : lui harebbe emendato e supplito a manchamenti. Il perche e cosa piena di modestia: che tute loro opere habino tale titolo: che ciaschuna pare l’ultima: e a ciaschuna pare che la morte habbi tolto la perfectione. Lui fece in tutto tre opere: lequali hanno el titolo come finite, delle quali diremo nel suo logho. Per laqual cosa si dimostra quanto allui piacessi la somma sicurta nell’arte. Et per questo tutte quelle furono in grande invidia.
, fol. 241r
Preterea dipinse uno amalato lodato senza fine e tanto fu excellente in questa arte che Attalo re compero una sua tavola cento talenti.
, fol. 239v
Ma che diremo che Candaule re de Lydi e ultimo de gli Heraclidi elquale fu chiamato Myrsilo: compero altretanto oro quanto pesava la tavola in che era dipincta da Bularcho pictore la battagla de Magneti: in tanta riputatione era gia la pictura.
, fol. 243r
Questa arte trovo in Corintho Dibutade Sycionio maxime per opera della figluola laquale presa dall’amore d’uno giovane volendo lui ire in altri paesi con la lucerna fece l’ombra dela sua persona apparire nel muro e poi con linee la termino nellequali ponendo el padre suo la terra ne fece una forma e dipoi secca la messe a chuocere coglaltri vasi e questa dicono che fu conservata in Nympheo insino che Corintho fu disfacta da Mumio.
, fol. 241v
Per l’opposito Dionysio non dipinse mai altro che huomini e per questo fu chiamato Andropographo.
, fol. 243r
Dipinsono anchora queste femine cioe Timarete figluola di Micone: Diana laquale e in Epheso tra l’antichissime picture. Iterna figluola di Cratino pictore, la fanciulla laquale e in Eleusina. Calypso un vecchio e Theodoro prestigiatore. Alcisthene uno che danza. Aristarete figluola e discepola di Nearcho. Esculapio Lala Cizicena sempre vergine. Martia nella gioventu di M. Varrone dipinse di pennello a Roma. Et col cesiro in aurio maxime imagini di donne et el neapolitano in gran tavola et ancora la sua imagine allo specchio ne fu mano piu veloce nella pictura e di tanta arte che vinse col prezo delle sue imagini Sopylo e Dionysio excellentissimi pictori di quella eta : le tavole de quali empiono le pinacothece cioe gl’armarii dove si ripongono. Dipinse ancora una certa Olympia dellaquale solo si dice che Antibolo fu suo discepolo.
, fol. 241v-242r
[…] non fraudando Ludio e la eta di divo Augusto. Questo Ludio fu el primo che truovo con giocondissima pictura nelle mura dipingnere ville portichi e loghi ornati d’arbuscelli e giardini selve colli peschiere eurypi fiumi e liti. Tali quali alchuno disiderassi: ne quali si vedea varie forme di chi andassi o navichasi e per terra arrivassi alle ville o in su carri o a cavallo. Item chi pescasi o uccellassi o cacciassi o vendemiassi. Sono ne suoi exemplari ville nobili alequali si va in carri e per colli done sdrucciolanti e con timore portate. Preterea varie capesterie e motti salsi. El medesimo trovo dipignere alla scoperta citta marittime de giocondo aspecto e minima spesa. Ma uessuna (sic) gloria hanno gl’artefici se non quegli equali hanno dipincto tavole e per questo paiono in magiore riverentia gl’antichi.
, fol. 242v
Nealce venere diligente nell’arte sopra ingegnosa opera dipinse. Imperoche havendo dipincto la battaglia navale degli Egyptii e de Persi: laquale volea che s’intendessi esser facta nel nilo la cui acqua e simile al mare con segno dichiaro quel che non potea coll’arte perche dipinse un asino nella ripa che beea et un crocodillo che stava in aguato.
, fol. 238 r-v
Ne giuochi di Claudio Pulchro fu in grande admiratione la scena per la sua pictura ne laquale erono dipincti e tegoli del tecto si naturalmente che e corpi (sic) ingannati vi volavono.
, fol. 238r
E incerto ne s’apartiene al nostro proposito quando fussi el principio de la pictura. Ma gli Egyptii affermano che fu trovata apresso di loro se mila anni innanzi che venissi in Grecia, ma è manifesto che loro predicano el falso. E Greci dicono alcuni che fu trovata da Sicioni, alcuni da Corinthi ma tuti s’acordono che fussi trovata da l’ombra dal huomo circumscripta colle linee e cosi fu la prima e la seconda era d’un colore solo e fu chiamata monocromathon laquale dura insino al presente tempo. Dicono che la lineare trovo Phylocle egyptio overamente Cleanthe Corintho. Et primi che la exercitorono furono Ardice Corintho e Telephane Sicyonio senza alcuno colore. Et nientedimeno spargeno le linee drento.
, fol. 240v
[…] per l’auctorita di costui si fece constitutione prima in Sicione dipoi in tutta la grecia che fanciulli ingenui imparassino antigrafice cioe pictura e che questa arte fussi ricevuta nel primo grado dele liberali e sempre fu honorata in forma che tutti gl’ingenui l’exercitavano. Dipoi solamente gli honorati con perpetuo dicto che non si insegnassi a servi. Ilperche ne in questa arte : ne nella Torreutice si truono opere d’alchuno servo.
, fol. 240r
Et per confessione degli artefici acquisto la palma nelle externe linee. Questa e la somma subtilita nella pictura. Dipignere e corpi et el mezo delle cose e grande difficulta : ma molti v[i]anno acquistato gloria : ma fare le extremita de corpi e sapere concludere el fine dell’arte e cosa che radevolte nell’arte si conduce a perfectione. Imperoche la extremita deba circondare se medesima e finire in modo che la prometta che possa altre cose e mostri etiamdio quello che occulta. Questa gloria hanno conceduto a Parrhasio. Antigone e Socrate equali scripsono de pictura e non solamente confessono : ma predicano di lui molte altre cose. Restano ancora in tavole et in membrane le vestigie delo stile colquale disegnava dellaquali dicono che gli artefici fanno proficto. Mirone nientedimeno e comparato a costui in exprimere e mezi de corpi.
, fol. 240r
Sono preterea due sue picture nobilissime delequali una contendendo della victoria corre in forma che pare che sudi e l’altro si disarma e pare che anxi.
, fol. 240r
ma nessuno uso l’arte con piu insolentia et arrogantia. Imperoche essi pose molti nomi come e Abrodieto et altri che significano principe dela arte e che a quella ha dato ultima perfectione. Ma sopra tutto diceva essere nato della radice d’Apolline e che Hercole elquale lui haveva dipincto in Lindo era tale quale spesse volte haveva veduto in sogno. Ilperche fu vincto in Samo da Timanthe con grande favore di populo in Aiace. Ilperche lui nel giudicio dell’armi in nome d’esso Aiace diceva essergli molesto che da uno non degno fussi stato vincto la seconda volta. Dipinse anchora in minori tavolete le libidine perche si ricreava con tali specie di picture e con motteggi.
, fol. 240r
Dipinse ancora el demone degli Atheniesi con ingegnoso argumento perche voleva dimostrare quello essere vario iracundo iniusto inconstante e da altra parte facile clemente misericordioso excelso glorioso humile feroce e fugace.
, fol. 242r
Pausia fece tavole grandi come e nel portico di Pompeio el sacrificio di buoi. Laquale dipoi molti hanno imitato ma nessuno ancora ha paregiato e volendo dimostrare la lungheza del bue lo dipinse al dirimpecto e non pel traverso. Onde s’intende abondantemente la sua grandeza e conciosia che tutti gl’altri bianchischino le cose lequali voglono che paino spiccate e condischino col nero. Costui fece tutto el bue di colore nero e del medesimo quello adombro con grande arte dimostrando che le cose poste in piano sieno spiccate e le ropte sieno intere.
, fol. 242r
Amo in gioventu Glycera sua cittadina et inventrice delle ghyrlande. Et imittando costei perduxe quell’arte a una innumerabile varieta di fiori e finalmente dipinse quella assedere con una ghyrlanda: laquale pictura molto nobile fu chiamata Stephanoplocos e da altri Stephanopoli perche Glicera sostentava la sua vita col vendere ghyrlande. Lucio Luccullo comparo in Athene due talenti uno exemplo di questa tavola elquale chiamano apographon.
, fol. 242r
Dipigneva piccole figure e maxime fanciugli. Esuoi emoli dicevono che lo faceva perche quella e tarda ragione di pictura. Ilperche per acquistare fama di celerite fece in uno di una tavoletta laquale fu chiamata Hemeresios: dove era dipincto uno fanciullo.
, fol. 241v
Imperoche e conveniente aggiugnere a questi quegli equali sono di minore pictura famosi nel pennello. Tra quali fu Pyreico da essere postposto a pochi. Ne so se de industria guasto se medesimo perche seguitando cose humili acquisto gran gloria d’humilita. Dipinse botteghe di barbieri e di calzolai et asini e herbe e simili cose e per questo fu chiamato rhypa rogropho. Ma in questi e di perfecta volupta e piu prezo vende queste che molti altri non venderono le cose grandi.
, fol. 245v-246r
L’eta di Praxitele dicemmo tra gli statuari : elquale ne la gloria del marmo vinse se medesimo : l’opere sue sono in Atene in Ceramico. Ma inanci a tutte non solamente quelle di Praxitelle : ma etiamdi quelle di tuto el mondo e Venere laquale acioche potessino vedere molti sono navicati in Gnido. Lui n’havea facte due una coperta di vestimento laquale elesonno gl’homini di Coo aquali erono state date le prese stimando essere cosa severa e pudica : quegli di Gnido comperorono l’altra con gran differentia di fama. Dipoi Nicomede re la volse comperar da loro tuta quella pecunia laquale loro haveono debito che era grande e permetteva di pagarla. Ma loro volsono piu tosto sopportare ogni cosa e meritamente perche con quella statua. Praxitelle havea nobilitato Gnido loro patria. El tempociuolo dove e questa statua si puo aprire tutto accioche si possa vedere da ogni parte la statua a che lei come credono presta favore. Ne minore l’admiratione da qualunche parte. Dicono che uno s’inamoro di questa statua e che vi rimase nascosto una nocte e che l’habraccio. Il che dimostra la macchia rimasavi. Sono in Gnido altre statue di marmo d’artifici excellenti. Prima uno Baccho di Praxitele et un altro di Scopa et una Minerva. Ne si puo dimostrare magior segno dela bellezza di Venere de Praxitele se non che tra tutte quante statue sola questa e nominata.
, fol. 241v
Protogene per questo laliso essendo Demetrio re a campo a Rhodi e potendo piglare la citta se rimetteva fuocho dala parte dove era la pictura per non arderla vole piu tosto non havere la citta. Era in quel tempo Prothogene presso ale mura nel suo horto cioe ne castri di Dimetrio ne per battagle lasciava l’opere che havea cominciato e chiamato dal re e domandato con che sicurta egli stava fuori dele mura: rispose perché lui sapea che Demetrio havea guerra con Rhodiani e non coll’arti. Rallegrossi el re di potere conservare quelle mani a le quali gia havea perdonato e pose una parte de soldati ala guardia sua e venia spesso a l’artefice mentre che la citta si combattea a vedere le sue opere. Seguita questa fama la pictura di quel tempo: perche dimostra che Protogene la dipinse sotto la spada. Questo e el satyro elquale chiamano Anapauomenon e acio che niente manchi ala sicurta di quel tempo tiene e zufoli.
, fol. 241r-v
Delle sue picture e piu lodata laliso elquale ancora hogi e in Roma nel tempio della pace elquale mentre che lui dipigneva dicono che visse di lupini maceri perche sostentano insieme la fame e la sete accioche per troppa dolceza non ingrossassi e sensi. In questa pittura per riparare ala ingiuria dell’antichita soprapose e colori quattro volte acioche venendo meno quel di sopra l’altro succedessi. Et in quella un cane maravigliosamente dipincto e facto dall’arte e dal caso. Allui pareva havere sattisfacto in tute l’altre parti, ilche era difficil ma non gli pareva exprimere la schiuma quando esso anxa. Dispiacevagli essa arte ne si potea partir da quella et era anxio perche voleva che paressi che la schiuma nascessi de la bocca e non paressi dipincta e desiderava nela pictura el vero e non el verisimilie e mutava spesso el color rasciugando el pennello nela spugna. Finalmente adiratosi col’arte frego la spugna in qual luogo che gli dispiaceva nela pictura e nela spugna collaquale lui asciugava e pennelli di varii colori a caso per la commistione di quelli era facto tal colore quale lui desiderava e per questo la fortuna fece nella pictura el naturale. Il medesimo intervenne a Nealte nella schiuma del cavallo dipingnendo lui Popizonte ritenuto da pane. Ilche gli dimostro la fortuna.
, fol. 241r
Nel medesimo tempo fu Protogene Phycauno per patria come habiamo decto laquale era sotto Rhodi. Fu la sua somma poverta nel principio e somma diligentia nellarte e per questo men guadagno. Stimano che non si sapia chi fu suo preceptore. Alcuni credono che lui dipignessi le navi insino in .l. anni e vogliono che el segno di questo sia che dipignendo lui in Athene el Propyleon del tempio di Minerva in luogo molto celebre dove fece el nobile Paralo e Hammoniada laquale alcuni chiamano Nausica lui v’arrose picole navi lunghe tra le cose lequali e pictori chiamano parerga perche sono oltra alla prima pictura per ornamento : accioche fussi manifesto da che principio l’opere sue fussino venute insino al sommo dell’ostentatione.
, fol. 241v
Seguita questa fama la pictura di quel tempo: perche dimostra che Protogene la dipinse sotto la spada. Questo e el satyro elquale chiamano Anapauomenon e acio che niente manchi ala sicurta di quel tempo tiene e zufoli.
, fol. 242v-243r
E ancora rara cosa e degna di memoria vedere opere somme e picture imperfecte come e Iris d’Aristide et e Tyndaridi di Nicomaco. Medea di Timomaco e Venere d’Appelle dellaquale dicemmo laquale lui lascio imperfecta et e in maggiore admiratione che se fussi perfecta perche in questi si veggono gl’altri liniamenti e le cogitationi degl’artefici. Et nel lenocinio della commendatione e el dolore e desideriamo le mani morte mentre che facevono tale opera.
, fol. 240r
Timantho fu di grande ingegno e di costui e quella Ephigenia laquale e tanto lodata dagli oratori. Questa sta inanzi all’altare aspectando essere sacrificata e havendo Timanthe dipincto tutti e circostanti e maxime el zio mesti in forma che haveva consumato ogni imagini di dolore e di merore. Finalmente coperse il volto al padre nelquale degnamente non poteva mostrare conveniente merore. Sono ancora alchuni altri suoi ingegni equali e pictori hanno per exemplo. Come e uno Cyclope che dorme dipincto in picola tavola: ma volendo exprimere la sua grandezza dipinse appresso di lui Satyri equali gli misurano el dito grosso con thyrsi et in ogni sua opera si vede piu che non ve dipincto e benche evi sia somma arte: nientedimeno ve ingegno magiore che l’arte.
, fol. 242v
Timomacho Bizantio nell’eta di Cesare dipinse a Cesare Aiace e Medea lequali comperate .lxxx. talenti lui pose nel tempio di Venere genitrice et un talento actico secondo Varrone vale .xvi.sextertii.
, fol. 240r
Fece anchora Penelope ne lacquale pare che dipignessi e costumi et uno Athleta e tanto satisfece a se medesimo in questo che vi soscripse quel verso famoso che piu tosto segli potea alchuno havere invidia ch’imitarlo.
, fol. 240r
Dicono che costui contese del dipignere con Zeusi et havendo Zeusi arrecato uve depincte tanto appuncto che gl’ulceri (sic) credendo che fussino vere uve vi volavano. Nella scena lui produxe un lenzuolo dipincto elquale pareva tanto vero che Zeusi lo stimolava che rimovessi la vela e mostrassi la pictura e conosciuto l’errore si chiamo vincto con ingenua vergogna perche lui havea ingannato gl’uccelli e Parrhasio havea ingannato lui elquale era artefice. Dicono che dipoi Zeusi dipinxe un fanciullo che portava uve allequali volando gl’uccelli. Con la medesima vergogna s’adirò con lopera sua dicendo Io dipinxi meglio l’uve che el fanciullo. Imperoche se io havessi dipicto a perfectione el fanciullo gl’uccelli l’harebbono temuto.
, fol. 240r
Ma per altro di tanta diligentia che havendo a dipignere al populo d’Agrigento una tavola laquale publicamente havevono a dedicare nel tempio di Iunone lacinia volse vedere le loro vergini unde (sic) e di tute ne elesse cinque per potere con la pictura exprimere quelle parti lequali in ciascuna fussino piu excellenti.
, fol. 240r
Et acquisto tante riccheze che in pompa di quelle in olympia con lettere d’oro pose el nome suo ne quadri de vestimenti. Dipoi comincio a donare l’opere sue perche giudicava che fussino tanto degne che non si potessino comperare con conveniente pregio. Dono adunque Alcmena agl’Agrigentini e la figura di Pan elquale e dio de pastori ad Archelao re.
, fol. 242v
Questo non volse vendere ad Attalo Re .lx. talenti e più tosto la donò alla sua patria perché era richo.
, fol. 241r
Suo coetaneo fu Aristide Thebano. Costui fu el primo che dipinse gli animi et expresse tutti e sensi equali e Greci chiamano ethe cioe costumi. Era alquanto piu duro ne colori. La pictura di costui ha un fanciullino elquale nela destructione della citta s’appicca alla poppa dela madre morente per ferita ricevuta et intendesi in quella pictura che la madre senavede e teme che lui morto gia ellacte non succi sangue in quello scambio. Questa pictura ne porto Allexandro Magno in Pella sua patria.